Grazie a tutti!

Cari amici,
dopo un’attenta valutazione accompagnata dalla preghiera ho deciso di chiudere questo blog “Francesco: un uomo come noi”, che purtroppo non sono riuscito a far decollare.
Ho deciso però di riaprire “La Parola della Domenica, un blog su cui ho lavorato per più di 10 anni e che ha ancora visitatori nonostante sia fermo dallo scorso settembre. Avrà uno stile completamente nuovo soprattutto sulla modalità di commento al Vangelo della Domenica. Non vi anticipo nulla perché vi aspetto il Mercoledì delle ceneri (6 marzo) alle 11 per una breve presentazione.
Ah, san Francesco d’Assisi rimarrà protagonista anche del nuovo progetto, la rubrica “Forza venite gente” sarà riproposta e completata su https://laparoladelladomenica.altervista.org.
Grazie a tutti per avermi accompagnato in questo percorso.

Pace e bene!
Luca

VI ASPETTO MERCOLEDÌ ALLE 11 SU
https://laparoladelladomenica.altervista.org

DOMENICA 10 FEBBRAIO 2019

“Pensiamo a san Francesco di Assisi: lui era già un cristiano, ma un cristiano “all’acqua di rose”. Quando lesse il Vangelo, in un momento decisivo della sua giovinezza, incontrò Gesù e scoprì il Regno di Dio, e allora tutti i suoi sogni di gloria terrena svanirono. Il Vangelo ti fa conoscere Gesù vero, ti fa conoscere Gesù vivo; ti parla al cuore e ti cambia la vita. E allora sì, lasci tutto”
(Papa Francesco)

DOMENICA 10 FEBBRAIO 2019
V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,1-11)

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.


Parola del Signore

 

Riflettiamo sulla Parola:

Questo spazio sarà diviso in due parti. Nella prima ci faremo aiutare da Papa Francesco, chi meglio di lui può indicarci la strada. Oltre ad essere guida della Chiesa, ha scelto il nome del Poverello d’Assisi che noi desideriamo seguire.
Nella seconda parte indegnamente vi proporrò un mio breve commento.


LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO
(tratte dal sito Vatican News).

 

Noi, cristiani di oggi, abbiamo la gioia di proclamare e testimoniare la nostra fede perché c’è stato quel primo annuncio, perché ci sono stati quegli uomini umili e coraggiosi che hanno risposto generosamente alla chiamata di Gesù. Sulle rive del lago, in una terra impensabile, è nata la prima comunità dei discepoli di Cristo. La consapevolezza di questi inizi susciti in noi il desiderio di portare la parola, l’amore e la tenerezza di Gesù in ogni contesto, anche il più impervio e resistente. Portare la Parola a tutte le periferie!

IL MIO COMMENTO


Pietro e Andrea stanno lavando le reti, stanchi dopo una notte infruttuosa.
Sulla riva c’è il Nazareno che sta parlando ad una piccola folla che si è radunata per ascoltare le sue parole. Un giovane infervorato che parla di Dio, un illuso, un esaltato che vende fumo, al solito. L’umore di Pietro e Andrea è nerissimo: pesca infruttuosa, un anno orribile, cassa integrazione e il fantasma del licenziamento all’orizzonte. La crisi, dicono, le regole del mercato, pare.
E ci manca questo falegname che ha dato di matto e fa il profeta! Un perdigiorno buono a nulla.
Poi, improvvisamente, Gesù avanza la richiesta della barca e Pietro – colto di sorpresa – accetta.
Lo fa per cortesia, perché ha paura di apparire scortese e maleducato. Lo fa perché in fondo, Pietro, è un pezzo di pane.

Pietro è un uomo rude, concreto, abituato ad annusare il lago per capire come cambierà il tempo, con le mani callose e ruvide, rovinate dalle corde e dal legno della piccola barca di famiglia.
Ascolta e sorride, dentro di sé.
Sono le solite storie dei rabbini devoti e dei credenti esaltati, parole belle e inutili, fiori alle catene della quotidianità. Le solite prediche da sorbire per non essere tacciato dagli altri di essere una bestia.
Fumo negli occhi, come sempre.
Poi accade l’imprevisto: Gesù si gira e gli suggerisce di riprendere il largo.
«Questo è davvero troppo!», pensa Pietro. Ha ragione in fondo: che ne sa un falegname di pesca? Che faccia il suo mestiere senza rompere agli altri! Ma accetta e prende il largo. Quasi lo sfida, quell’arrogante falegname: vedrà che oggi i pesci sono andati in vacanza!

Dio ci raggiunge sempre alla fine di una notte infruttuosa, nel momento meno mistico che possiamo immaginare. Ci raggiunge alla fine delle nostre notti e dei nostri incubi, ci raggiunge quando siamo stanchi e depressi. Ci chiede un gesto di fiducia, all’apparenza inutile, ci chiede di gettare le reti dalla parte debole della nostra vita, di non contare sulle nostre forze, sulle nostre capacità, ma di avere fiducia in lui.
Pietro lo fa e accade l’inaudito.
Le reti si riempiono, il pesce abbonda, la barca quasi affonda.
Non è possibile, non è possibile, non è possibile.

Il miracolo è sempre un evento ambiguo, interpretabile in modi molto diversi, talora contrastanti. Simone avrebbe potuto dire, a quella vista: «Ma guarda un po’ la fortuna del principiante!», oppure: «Questi pesci moderni! Io gettavo la rete a destra della barca mentre questi correvano a sinistra!» o qualunque altro pensiero logico e assennato. Il miracolo consiste nel fatto che Pietro vede in quella pesca un segno straordinario. Il miracolo è sempre nel nostro sguardo, Dio continua a riempire di miracoli la nostra vita. E noi non li vediamo.
È turbato, ora, il pescatore. Che sta succedendo?
Si butta in ginocchio, prima di arrendersi: «Non sono capace, non sono degno».

È la scusa principale tirata fuori da tutti quelli che, per un istante, sfiorano Dio: non sono all’altezza, sono un peccatore. Siamo sempre lì, inchiodati al nostro becero e rancido moralismo: lascia fare a Dio!
Pensiamo che Dio voglia farci superare un esame, che ponga delle condizioni.
No, sbagliato: siamo noi a porre delle condizioni, non Dio. Mai.
Gesù sorride: è un problema tuo, Pietro, a me stai bene così.
Io sono venuto per i malati, non per i sani.

Anche a me succede così: più mi scontro con i miei limiti e le mie fatiche, più avanzo scuse nei confronti del Signore. La buona notizia del vangelo è che Dio non ha bisogno di bella gente, di primi della classe, di giganti della fede: ha bisogno di me.


Non avere paura, Simone, il Signore ti fa diventare pescatore di umanità. Sei chiamato a tirar fuori da te stesso e da chi incontrerai tutta l’umanità che li abita. Lascia le reti, quello che ti lega, le paure, i limiti, i giri di testa, lasciali, non rassettarli tutti i giorni, non aggiustarli, diventa libero per seguirmi.
Sogno una Chiesa che non ponga limiti, che dia fiducia ai peccatori, che tiri fuori, maestra in umanità, tutta l’umanità che abita nel cuore di ognuno con franchezza e misericordia.
Pietro sarà in grande pescatore proprio perché autentico, proprio perché lascerà fare a Dio, dopo avere sperimentato il suo fallimento.


Ricordo che potete lasciare la vostra intenzione di preghiera nel nuovo spazio, cliccate QUI.

Vi aspetto giovedì alle 20 con la quinta canzone del Musical “Forza Venite Gente”.

Pace e bene!
Luca

4. I miei capelli

Chiara:       I miei capelli taglierò
                lascerò le vesti e gli ori
                e i miei pensieri.
                I miei pensieri lascerò,
                la mia cara gioventù
                le speranze mie di ieri.
                E me ne andrò
                via da tutto e via da me
                per la strada dove lui
                scalzo e povero già va…
                Qui le lunghe sere
                tra i muri bianchi
                le mie preghiere
                pensieri puri
                tra i bianchi muri
                di veste bianca mi vestirò…
Monache:   I tuoi pensieri lascerai
                la tua cara gioventù
                le speranze tue di ieri.
Chiara:       E me ne andrò
                via da tutto e via da me
                per la strada dove lui
                scalzo e povero già va…
                Qui le lunghe sere
                tra i muri bianchi
                le mie preghiere
Monache:   pensieri puri
                tra i bianchi muri
                di veste bianca ti vestirai…
                . . . . . . . .
                pensieri puri
                tra i bianchi muri
Chiara:       di veste bianca mi vestirò!

 

 

È la canzone che mi piace meno di tutto il musical. Sembra che Chiara si sacrifichi e che faccia questa scelta con sofferenza. In questa canzone si sottolineano le rinunce. Invece non è così.

Chiara è piena di di gioia nel scegliere di seguire la strada di quel ragazzo parecchio più grande di lei che ha trovato la sua felicità nell’incontro con Dio. Ne è rimasta affascinata. Ovviamente non è stato un fascino passeggero, la sua è è stata una decisione certamente meditata e per niente semplice che poi ha portato avanti fino alla fine dei suoi giorni su questa terra.

Santa Chiara era una donna felice!

 

Pace e bene a tutti!
Luca

DOMENICA 3 FEBBRAIO 2019

“Pensiamo a san Francesco di Assisi: lui era già un cristiano, ma un cristiano “all’acqua di rose”. Quando lesse il Vangelo, in un momento decisivo della sua giovinezza, incontrò Gesù e scoprì il Regno di Dio, e allora tutti i suoi sogni di gloria terrena svanirono. Il Vangelo ti fa conoscere Gesù vero, ti fa conoscere Gesù vivo; ti parla al cuore e ti cambia la vita. E allora sì, lasci tutto”
(Papa Francesco)

DOMENICA 3 FEBBRAIO 2019
IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,21-30)

In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.


Parola del Signore

 

Riflettiamo sulla Parola:

Questo spazio sarà diviso in due parti. Nella prima ci faremo aiutare da Papa Francesco, chi meglio di lui può indicarci la strada. Oltre ad essere guida della Chiesa, ha scelto il nome del Poverello d’Assisi che noi desideriamo seguire.
Nella seconda parte indegnamente vi proporrò un mio breve commento.


LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO
(tratte dal sito Vatican News).

 

“Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato” (v. 21). Evangelizzare i poveri: questa è la missione di Gesù, secondo quanto Lui dice; questa è anche la missione della Chiesa, e di ogni battezzato nella Chiesa. Essere cristiano ed essere missionario è la stessa cosa. Annunciare il Vangelo, con la parola e, prima ancora, con la vita, è la finalità principale della comunità cristiana e di ogni suo membro. Si nota qui che Gesù indirizza la Buona Novella a tutti, senza escludere nessuno, anzi privilegiando i più lontani, i sofferenti, gli ammalati, gli scartati della società.

IL MIO COMMENTO

La Chiesa necessita di profezia e di profeti, di posizioni scomode e all’apparenza irriguardose per mantenere vivo il carisma fecondo del vangelo. È bello che ancora oggi ci siano dei cristiani che, sentendo di appartenere alla Chiesa, compiono scelte di pace e di giustizia a volte estreme che richiamano tutti, cristiani in primis, alla coerenza. Guai a spegnere lo spirito della profezia! A volte è la Chiesa intera a dover essere segno profetico nel mondo, come quando, finalmente!, assume un netto rifiuto di ogni forma di violenza e di guerra, fosse anche motivata da nobili ragioni (che quasi mai si rivelano del tutto nobili). Nello stesso tempo bisogna distinguere i profeti dai rompiscatole. In ogni comunità c’è il polemico che si sente un pochettino profeta, in ogni presbiterio il prete che assume posizioni forti. Gesù invita a mitigare la severità e la polemica mettendo al centro di ogni relazione, sempre, il bene maggiore dell’amore. Anche i profeti, insomma, devono stare attenti a non porsi fuori dalla norma assoluta del vangelo come ci ricorda con forza san Paolo. Amore che esige franchezza e richiamo, certo, ma pur sempre amore.


Ricordo che potete lasciare la vostra intenzione di preghiera nel nuovo spazio, cliccate QUI.

Vi aspetto giovedì alle 20 con la quarta canzone del Musical “Forza Venite Gente”.

Pace e bene!
Luca

3. Stanotte ragazzi

Amico 1:    Stanotte ragazzi che malinconia!
                Un vecchio compagno se n’è andato via.
                Qualcosa luccica negli occhi tuoi
                da quando Francesco non è più con noi.
                Il vino stanotte non ha più sapore.
                L’amore stanotte non è più l’amore.
                Noi siamo stanchi come stanchi eroi
                da quando Francesco non è più con noi.

Amico 2:    È vuota la città
                è morta l’allegria
                la vita è senza fantasia
                e non c’è più felicità.
                È vuota la città
                è morta l’allegria
                la vita è senza fantasia
                e non c’è più felicità.

Amico 1:    Stanotte ci manca quel suo viso strano
                quegli occhi che guardavano lontano
                quel suo sorriso pieno di bontà
                per questo stanotte è vuota la città.

Amico 2:    È vuota la città
                è morta l’allegria
                la vita è senza fantasia
                e non c’è più felicità.
                È vuota la città
                . . . . . . . . .

Amico 1:    Stanotte il vino non ha più sapore.
                L’amore stanotte non è più l’amore.
                Un vecchio amico se n’è andato via
                e qui rimane la malinconia.

Amico 2:    Addio Frate.

 

Non dev’essere stato per niente facile per gli amici di Francesco comprendere la sua scelta. Lui che era l’anima della festa, lui che li invitava a succulenti banchetti, lui grande amatore desiderato da tutte le ragazze dell’alta società di Assisi.

Chi incontra Dio però non può non vedere trasformata la sua vita, la sua esistenza assume un senso nuovo.

La canzone si conclude con “Addio frate”, in realtà i veri amici di Francesco, non solo hanno rispettato la sua scelta, ma lo hanno pure seguito.

 

Pace e bene a tutti!
Luca

2. Sorella provvidenza

Francesco: Io Francesco coi miei compagni
                Fra’ Masseo e Frate Maggio.
                Piedi scalzi
                sempre in viaggio
                sulla strada polverosa.

Coro:         Poco pane
                poco pane
                per mangiare tanta terra
                tanta terra.
                Per dormire.
Francesco: Rondinelle del Signore
                è uno zingaro il vostro cuore.

Coro:         E sulla strada
Francesco: la strada stretta
Coro:         polverosa
Francesco: che porta in cielo
Coro:         d’ogni cosa saremmo senza.
Providenza: …se Sorella Provvidenza
                non venisse incontro a noi.
                Perché siete di quelli
                che non hanno paura,
                perché siete di quelli
                che non vogliono niente, niente, niente.
                E non comprate e non vendete
                e non prestate e non riavete.
                Perché voi soli siete certi ch’io ci sia
                e seminate la speranza per la via:
                un grappolo d’uva e una fonte chiara
                non mancherà.

Alberi:        Vai Francesco coi tuoi compagni
                centomila piedi scalzi
                tasche vuote e cuore in festa.
Providenza: Dal tuo seme una foresta.

 

 

25Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? 28E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 31Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno.

Questo brano è tratto dal capitolo 6 del Vangelo di Matteo. Mi ha sempre molto colpito. Sicuramente non tutti siamo in grado di fare una scelta radicale come quella di Francesco e i suoi compagni, ma una cosa è certa, se ci affidassimo di più alla Provvidenza del buon Dio, vivremmo senza dubbio con meno stress e con più gioia!Questo brano è tratto dal capitolo 6 del Vangelo di Matteo. Mi ha sempre molto colpito. Sicuramente non tutti siamo in grado di fare una scelta radicale come quella di Francesco e i suoi compagni, ma una cosa è certa, se ci affidassimo di più alla Provvidenza del buon Dio, vivremmo senza dubbio con meno stress e con più gioia!

 

Pace e bene a tutti!
Luca

1. Forza venite gente

Coro:         Forza venite gente che in piazza si va
                un grande spettacolo c’è.
                Francesco al padre la roba ridà.
Padre:        Rendimi tutti i soldi che hai!

Francesco: Eccoli, i tuoi soldi tieni padre sono tuoi
                eccoti la giubba di velluto se la vuoi.
                Non mi serve nulla, con un saio me ne andrò.
                Eccoti le scarpe, solo i piedi mi terrò.
                Butto via il passato, il nome che mi hai dato tu.
                Nudo come un verme non ti devo niente più.
Chiara:       Non avrà più casa, più famiglia non avrà.
Francesco: Ora avrò soltanto un padre che si chiama Dio.

Coro:         Forza venite gente che in piazza si va
                un grande spettacolo c’è.
                Francesco al padre la roba ridà.
Padre:        Figlio degenerato che sei!

Chiara:       Non avrai più casa, più famiglia non avrai.
                Non sai più chi eri, ma sai quello che sarai.
Francesco: Figlio della strada, vagabondo sono io.
                Col destino in tasca ora il mondo è tutto mio.
                Ora sono un uomo perché libero sarò,
                ora sono ricco perché niente più vorrò.
Chiara:       Nella sua bisaccia pane e fame e poesia.
Francesco: Fiori di speranza segneranno la mia via.

Coro:         Forza venite gente che in piazza si va
                un grande spettacolo c’è.
Chiara:       Francesco ha scelto la sua libertà.
Padre:        Figlio degenerato che sei!
Coro:         Figlio degenerato che sei!
Chiara:       Ora sarà diverso da noi!…

 

Già, dev’essere stato proprio un grande spettacolo per gli abitanti di Assisi presenti quella domenica in piazza dopo la Messa presieduta dal vescovo.

Vedere Francesco, il figlio di una delle famiglie più ricche della città, completamente nudo che dice: “Bene padre, grazie di tutto, ma adesso tutto quello che mi hai dato tu non mi serve più. Tieni la tua roba! Io devo seguire Dio.

Ma ci pensate? È solo perché noi sappiamo come finisce la storia e perché Francesco è un esempio per tanti di noi, ma proviamo per un attimo ad immaginare lo scalpore che avrà creato; per quanti anni la gente avrà spettegolato su questa vicenda. Penso al padre, il povero Pietro di Bernardone e al disonore caduto su tutta la famiglia. È logico che tutti lo considerassero pazzo, altro che santo.
Eppure Giovanni, chiamato Francesco aveva trovato la sua felicità.

Spesso le vie del Signore sono davvero misteriose, da tante persone incomprensibili, ma chi ha fiducia in Lui, non rimane deluso.

 

Pace e bene a tutti!
Luca

DOMENICA 13 GENNAIO 2019

“Pensiamo a san Francesco di Assisi: lui era già un cristiano, ma un cristiano “all’acqua di rose”. Quando lesse il Vangelo, in un momento decisivo della sua giovinezza, incontrò Gesù e scoprì il Regno di Dio, e allora tutti i suoi sogni di gloria terrena svanirono. Il Vangelo ti fa conoscere Gesù vero, ti fa conoscere Gesù vivo; ti parla al cuore e ti cambia la vita. E allora sì, lasci tutto”
(Papa Francesco)

DOMENICA 13 GENNAIO 2019
BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO C)

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 3,15-16.21-22)

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore

 

Riflettiamo sulla Parola:

Questo spazio sarà diviso in due parti. Nella prima ci faremo aiutare da Papa Francesco, chi meglio di lui può indicarci la strada. Oltre ad essere guida della Chiesa, ha scelto il nome del Poverello d’Assisi che noi desideriamo seguire.
Nella seconda parte indegnamente vi proporrò un mio breve commento.


LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO
(tratte dal sito Vatican News).

 

Lo Spirito Santo, ricevuto per la prima volta nel giorno del nostro Battesimo, ci apre il cuore alla Verità, a tutta la Verità. Lo Spirito spinge la nostra vita sul sentiero impegnativo ma gioioso della carità e della solidarietà verso i nostri fratelli. Lo Spirito ci dona la tenerezza del perdono divino e ci pervade con la forza invincibile della misericordia del Padre. Non dimentichiamo che lo Spirito Santo è una presenza viva e vivificante in chi lo accoglie, prega in noi e ci riempie di gioia spirituale.

IL MIO COMMENTO

Picchia forte il sole del deserto.
L’aspro panorama lunare declina nei canneti vicini alla riva del Giordano. Giovanni alza gli occhi: centinaia di persone attendono il loro turno. Alcuni pregano, altri parlano sottovoce, altri ancora, in silenzio, piangono.
Attendono, ci spiega Luca.
Giovanni è stanco: consumato dal deserto e dal sole, dal vento sottile del Nord e dalla luce abbagliante, dai digiuni e dalle privazioni, ora il suo compito volge al termine. Da tre secoli tacciono i profeti e la fede si è incupita, irrigidita, riempita di regole e di intransigenze.
La gente è venuta da lontano, dalla capitale. Ha fuggito il tempio per trovare un testimone credibile. Come accade ancora oggi.
E mentre lo sguardo si posa sulla fila che attende di scendere nell’acqua, Giovanni ha un tuffo al cuore. Lo vede.

Cammina con i peccatori, penitente con i penitenti. Non ha da chiedere perdono, non ha ombra nel suo cuore ma non ne fa un privilegio.
Lui che è senza tenebra accetta di condividere la nostra tenebra per illuminarla con la sua presenza.
Non il Giordano laverà le sue colpe, ma la sua presenza santificherà le sue acque.
No, non brucerà né punirà come predica il Battista. Sarà solidale con i peccatori e cercherà la pecora smarrita.

La maggioranza di noi ha ricevuto il battesimo da neonati: i nostri genitori (più o meno coscientemente) hanno voluto donarci tutto il loro cuore e la loro passione per Dio appena nati.
Purtroppo, però, l’esperienza fisica sensibile (non quella teologica) è rimasta sepolta nel passato e non abbiamo coscienza di ciò che è accaduto nelle nostre profondità.
Siamo diventati figli di Dio, concittadini dei santi, liberi di amare.
Figli di Dio: forse possiamo aspirare a diventare delle grandi pop-star o dei premi Nobel, ma più che figli di Dio non potremo mai essere… e lo siamo già!
Concittadini dei santi, appartenendo al grande sogno di Dio che è la Chiesa fatta di poveri peccatori (noi) ma anche di grandi testimoni. Possiamo vantarci e contare sull’aiuto dei grandi santi, chiedere la fede a Pietro o il buonumore a san Filippo o lo spirito di pace a frate Francesco…
Liberi di amare: liberati dal laccio del peccato, delle tenebre, del grande inganno delle origini, salvati da Cristo possiamo, con l’aiuto del suo amore e della sua grazia, imparare ad amare come egli ha fatto.

Riprende la nostra vita consueta, le attività, la scuola, il lavoro.
Ma con la consapevolezza di portare nel cuore il seme della presenza di Dio, seme da far crescere.


Ricordo che potete lasciare la vostra intenzione di preghiera nel nuovo spazio, cliccate QUI.

Vi aspetto giovedì alle 20 con la prima canzone del Musical “Forza Venite Gente”.

Pace e bene!
Luca

Forza Venite Gente

Il progetto del Musical “Forza venite gente” nasce nel 1981 da un’idea di Michele Paolicelli, come raccolta di canzoni che narrano le fasi più importanti della vita di Francesco D’Assisi, sulle quali si innestano magnificamente prosa ed allegre coreografie. Il musical presenta alcuni momenti della vita del Santo ed in particolare il rapporto con la vita, la morte, la natura, la gente. Questo spettacolo ha avuto un’importanza fondamentale nel mio cammino di fede. Per questo vi propongo un percorso di 25 settimane. Ogni giovedì ascolteremo insieme una canzone seguita da un mio breve commento. Sarebbe bellissimo se anche voi voleste intervenire con le vostre riflessioni.

Pace e bene a tutti!

DOMENICA 6 GENNAIO 2019

“Pensiamo a san Francesco di Assisi: lui era già un cristiano, ma un cristiano “all’acqua di rose”. Quando lesse il Vangelo, in un momento decisivo della sua giovinezza, incontrò Gesù e scoprì il Regno di Dio, e allora tutti i suoi sogni di gloria terrena svanirono. Il Vangelo ti fa conoscere Gesù vero, ti fa conoscere Gesù vivo; ti parla al cuore e ti cambia la vita. E allora sì, lasci tutto”
(Papa Francesco)

DOMENICA 6 GENNAIO 2019
EPIFANIA DEL SIGNORE

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 2,1-12)

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore

 

Riflettiamo sulla Parola:

Questo spazio sarà diviso in due parti. Nella prima ci faremo aiutare da Papa Francesco, chi meglio di lui può indicarci la strada. Oltre ad essere guida della Chiesa, ha scelto il nome del Poverello d’Assisi che noi desideriamo seguire.
Nella seconda parte indegnamente vi proporrò un mio breve commento.


LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO
(tratte dal sito Vatican News).

Il racconto evangelico dei Magi descrive il loro viaggio dall’Oriente come un viaggio dell’anima, come un cammino verso l’incontro con Cristo. Essi sono attenti ai segni che ne indicano la presenza; sono instancabili nell’affrontare le difficoltà della ricerca; sono coraggiosi nel trarre le conseguenze di vita derivanti dall’incontro con il Signore. La vita è questa: la vita cristiana è camminare, ma essendo attenti, instancabili e coraggiosi. Così cammina un cristiano. Camminare attento, instancabile e coraggioso.

IL MIO COMMENTO

Sono curiosi, i magi. Hanno tempo da perdere e denaro da investire per soddisfare le proprie curiosità Appassionati astrologi, hanno letto un evento celeste come la prefigurazione di un evento mondano: la nascita di un re. Cercando la verità incontreranno Dio. Ma lo fanno perché si mettono in discussione, si lasciano interrogare dalle informazioni che ricevono, si mettono in strada per andare a vedere. Solo chi lascia crescere in sè la curiosità della ricerca può incontrare Dio. Solo chi ha il coraggio di mettersi in cammino lo può raggiungere. Oggi, allora, è la festa dei cercatori di Dio che non vedono in lui un pericoloso concorrente o qualcuno da manipolare, come invece fa lo spietato Erode, che non si rifugiano dietro le proprie convinzioni religiose e dietro la propria cultura, e non escono dal tempio per andare a verificare personalmente. Scardina tutte le certezze, il Dio bambino, abbatte gli steccati, ribalta le convinzioni: chi crede di essere nel giusto, chi è religioso e devoto, alla fine, non incontra Dio. Lo fa, invece, chi accetta di interrogarsi con onestà chi cerca la verità chi segue la stella che indica un mistero che ci viene incontro!


Sulla nostra pagina Facebook è arrivata una richiesta di preghiera da parte di Sara: “per la mia depressione e per la mia operazione alla aorta e che nessuno vuole darmi lavoro”. Preghiamo per lei.

Ricordo che potete lasciare la vostra intenzione di preghiera nel nuovo spazio, cliccate QUI.

Vi aspetto giovedì alle 20 per la presentazione di una nuova rubrica che ci terrà compagnia per 25 settimane.

Pace e bene!
Luca